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Altea Passion Club Forums-viewtopic-2° RADUNO SUD ITALIA - CASERTA
E noooo caro Picopico con tutta quella strada che devo fare, vorrei che almeno le giornate siano discrete
Non mi ci vedo visitare i giardini della reggia con l'ombrello.
Ciao a tutti e ci vediamo sabato
Registrato: Jan 15, 2006 Messaggi: 1230 Localit: Tropea (VV)
Inviato: Mer Apr 29, 2009 9:20 pm Oggetto:
Mi sono messo in contatto con il signor Meteo e abbiamo concordato che per i giorni 2, 3 e 4 dovrà fare bel tempo. Per contro vuole solo la nostra compagnia.
Per Adri quel socializzate te lo potevi risparmiare....... capito!? _________________
Ferrari?No grazie!
Registrato: Apr 06, 2007 Messaggi: 6553 Localit: FC
Inviato: Mer Apr 29, 2009 9:29 pm Oggetto:
Ex mi sa che Adri con quel "socializzare" intendeva dire fare amicizia, specialmente con chi non si conosce ancora... _________________
Cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione!
Non discutere mai con un idiota: ti porta al suo livello e ti batte con l'esperienza....
Ex Tea 1.9 Tdi...
Registrato: Apr 06, 2007 Messaggi: 6553 Localit: FC
Inviato: Mer Apr 29, 2009 9:44 pm Oggetto:
Scusami Ex ma non capisco... _________________
Cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione!
Non discutere mai con un idiota: ti porta al suo livello e ti batte con l'esperienza....
Ex Tea 1.9 Tdi...
Registrato: Jun 17, 2005 Messaggi: 12584 Localit: Galliate (NOVARA)
Inviato: Gio Apr 30, 2009 8:18 am Oggetto:
Come ti ha detto Leo socializzare vuol dire "CONOSCERSI E FARE AMICIZIA" ed è una cosa bella da dire ed un bellissimo augurio per il raduno di Caserta.
Probabilmente non ne conoscevi bene il significato oppure da voi assume un altro concetto ma t'assicuro che Adri è stato davvero molto gentile a scrivere così, è il miglior augurio che ci poteva fare. _________________ Firenze Marathon 2015... io c'ero
Ultima modifica di Fabrydesigner il Gio Apr 30, 2009 6:42 pm, modificato 2 volte in totale
Registrato: Jan 16, 2007 Messaggi: 4819 Localit: Milano
Inviato: Gio Apr 30, 2009 9:57 am Oggetto:
Ciao Domenico, come ti hanno già detto Leo e Fabry il mio "socializzate" non voleva essere altro che un augurio CREDIMI non era mia intenzione offendere nessuno.
Spero di rivederti presto _________________ "Fast on Track, NOT on Road" "Gli autodromi sono fatti per girarci dentro non intorno" Leocbr SE VUOI ANCHE TU LA FIRMA UFFICIALE DEL CLUB CLICCAQUA
Registrato: Nov 08, 2008 Messaggi: 5764 Localit: Latina (LT)
Inviato: Gio Apr 30, 2009 11:31 am Oggetto:
Per i fortunati che riusciranno a visitarlo (come suggerito da Brabbit), inserisco una guida per la visita del Belvedere di San Leucio
San Leucio, il sogno di Ferdinando di Borbone
Vista laterale del complesso monumentale del Belvedere di San Leucio
La morte nel 1778 di Carlo Tito, figlio primogenito di Ferdinando IV e Maria Carolina, fu forse la causa del mutamento degli interessi de Re, fino ad allora rivolti a soddisfare le sue esigenze personali. Nacque così l’idea e la successiva realizzazione della Real Colonia di san Leucio dedita alla lavorazione della seta, il risultato più avanzato e socialmente rivoluzionario della collaborazione tra monarchia e i pensatori più illuminati del Regno. Essa divenne -con la lavorazione dei veli e delle calze di seta alla Vaccheria e la Real Fabbrica di Ricami, con scuola di ricamo, a Sala- il più vasto impianto per la lavorazione delle sete e la produzione dei manufatti in seta esistente in Italia alla fine del sec. XVIII. Fu di modello alle numerose filande e manifatture di tessuti che furono impiantate nel regno, nel quale così si attuava, promosso dai Borboni, uno sviluppo industriale moderno. La struttura leuciana fu originale in quanto organica, dotata di abitazioni per le maestranze, una chiesa, coltivazioni e fabbriche e le condizioni di vita offerte agli operai e alle loro famiglie erano di gran lunga migliori di quella della nascente classe operaria. Il Codice delle Leggi che doveva regolare la Real Colonia ebbe il titolo “Origine della Popolazione di San Leucio e i Suoi progressi fino ad giorno d’oggi colle Leggi corrispondenti al Buon Governo di essa” e destò stupore ed ammirazione in tutta Europa, dove fu rapidamente divulgato con le traduzioni in latino, greco, francese e tedesco.
La storia
Ferdinando I
La località di san Leucio è alle pendici dell’omonimo colle che prende il nome da una chiesetta longobarda intitolata al Santo. Gli Acquaviva, principi di Caserta, nel XVI secolo, vi costruirono “L’Imperial Palagio del Belvedere”, un casino di caccia e di riposo da cui si gode ancora oggi un’incantevole vista che arriva fino al mare. Alla metà del XVIII secolo, Carlo di Borbone ne divenne proprietario e destinò a zona di caccia la campagna, i vigneti, gli uliveti ed il bosco annessi al ‘Palagio’. Nel 1773, Ferdinando IV fece recintare tutta la proprietà con un muro -comprendendovi monte Briano, san Silvestro e monte Maculo- e vi fece costruire un casino, oggi detto Casino vecchio, perché il palazzo del Belvedere era degradato dal tempo. Nei pressi di questo Casino tra il 1773 e il 1778 furono realizzati locali destinati a “vaccheria” (e così nasce il Quartiere Vaccheria). Il Casino fu quasi subito abbandonato perché, il 17 dicembre 1778, vi morì Carlo Tito, il primogenito del Re e di Maria Carolina. Innamorato del luogo, Ferdinando IV fece restaurare e trasformare il Belvedere per se e la piccola comunità che abitava entro le sue mura. Contemporaneamente decise di dare impulso alla manifattura di calze e veli già presente sin dal 1775 e diede ordine all’architetto Collecini di costruire un edificio industriale per tutto il ciclo di lavorazione della seta e avente per centro l’antico palazzo. Nel 1778 si dette l’avvio alla lavorazione della seta -dalla coltivazione dei gelsi alla cura del baco, dalla filatura alla tintura e tessitura della seta, dalla distribuzione alla commercializzazione dei manufatti- e alla costruzione degli edifici della scuola normale e delle abitazioni delle maestranze. Nel 1779 Ferdinando IV promulgò il codice di leggi che regolava la vita della “Reale Colonia di san Leucio”. La colonia ebbe il massimo splendore tra il 1788 ed il 1799, allorché fu ordinato al Collecini la costruzione di Ferdinandopoli, città radiale di grosse dimensioni in cui si sarebbero realizzate le ormai affermate idee illuministiche, centro molto più complesso e civile per la vita della colonia giacché prevedeva nelle sue strutture anche un ospedale ed un teatro. La Rivoluzione partenopea prima (1799) e l’arrivo dei Francesi, poi (1805), fecero svanire il progetto e la colonia di san Leucio andò sempre più regredendo anche con il ritorno del Re dalla Sicilia dopo i dieci anni di occupazione francese. Dopo l’unità d’Italia, l’opificio borbonico divenne prima proprietà demaniale, poi comunale, con la successione di diverse gestioni fino al fallimento, nel 1910, dell’ultima società che lo gestiva.
La visita
La visita al Complesso Monumentale di san Leucio richiede un’attenzione particolare in quanto le testimonianze artistiche s’intrecciano continuamente con quelle di una piccola città industriale; le testimonianze della presenza della famiglia reale sono quasi un tutt'uno con quelle della vita e delle varie attività degli operai e dei maestri della seta, dell’attività scolastica, delle abitazioni delle maestre e del direttore.
San Leucio vista da Piazza della Seta
Se si guarda il Belvedere dal centro di Piazza della Seta si ha netta percezione della suddivisione in tre livelli dello spazio Piazza-Belvedere e della simmetria degli stabili rispetto a quest’asse, che è la via Pianelli. La Piazza della Seta doveva essere il centro di Ferdinandopoli. Passato il primo cancello d’ingresso, si passa davanti al Quartiere Trattoria, che è stato l’unico edificio costruito per Ferdinandopoli: ospitava i visitatori.
Stemma reale sostenuto da due leoni
Quindi si entra nella “Reale Colonia di san Leucio” attraverso un cancello sormontato da un arco sovrastato dallo stemma reale sostenuto due leoni. Subito s’incontrano, a destra ed a sinistra, i due lunghi casamenti dei quartieri operai, il san Carlo e il san Ferdinando, per complessive trentasette unità abitative. I quartieri
operai sono collegati al palazzo del Belvedere da una scalinata a doppia rampa che racchiude le scuderie reali. Le due rampe terminano sul piazzale del Belvedere, davanti all’ingresso della chiesa dedicata a san Ferdinando Re, ricavata dal salone delle feste del Belvedere nel 1776.
L'ingresso del complesso monumentale
Si costeggia l’edificio per cinquanta metri e si arriva all’ingresso del Complesso Monumentale, da cui si possono vedere, in alto a destra, il lungo edificio della filanda che è sottostante alla cuculliera, edificio dove venivano allevati i bachi da seta.
Belvedere, cortile principale
Subito ci si immette nel cortile principale con, a sud, un terrazzo da cui si ha il “bello vedere” di san Leucio, del parco, della Reggia e della pianura verso Napoli, con sullo sfondo il Vesuvio, il mare, le isole; a nord, invece, una grande statua di Ferdinando IV vestito da antico romano. A ovest di questo cortile vi è l’ingresso
alla zona manifatturiera e all’appartamento reale. Questo confina da un lato con la sala dei telai e dall’altro con il vano superiore dell’atrio della chiesa, da cui il Re e la sua famiglia potevano assistere alle funzioni religiose.
Nell’appartamento reale sono notevoli gli affreschi del soffitto della stanza da pranzo eseguiti dal Fedele Fischetti con scene allegoriche degli amori di Bacco ed Arianna nonché il bagno di Maria Carolina, con, alle pareti, disegni ad encausto di Philipp Hackert rappresentanti figure allegoriche.
La fabbrica serica
La visita della fabbrica serica costituisce un interessante percorso di archeologia industriale, con sale con strumenti per la produzione e lavorazione della seta, un’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti, mostra di manufatti, la cuculli era e la filanda.
I due torcitoi
Di notevole interesse, a piano terra, i due grandi torcitoi che una volta erano mossi da macchine idrauliche, oggi da motori. I due torcitoi sono stati ricostruiti sugli antichi disegni esistenti. Nella parte occidentale del Casino Reale del Belvedere vi sono una serie di giardini all’italiana posti su piani diversi e perciò raccordati
da apposite scalette. Essi sono rallegrati da fontane intorno alle quali, in bella simmetria, sono posti alberi da frutta: pero, melo, limone, pesco,albicocco, susino, melograno, oltre ad un bel giardino di agrumi.
Il Codice delle Leggi
Il Codice delle Leggi, promulgate da Ferdinando IV per la Real Colonia di san Leucio nel 1789, apparve per quell’epoca rivoluzionario ed oggi è considerato un primitivo esempio di socialismo. In effetto si deve parlare di paternalismo illuminato, in quanto norme e leggi in esso contenute sono date da Ferdinando IV “più in forma d’istruzione di un Padre a’ suoi Figli, che come comandi di un Legislatore a’ suoi sudditi”, come è scritto da Ferdinando nella premessa al Codice. L’obiettivo era quello di creare una colonia industriale completa sia dal punto di vista produttivo che comportamentale. Di qui: la perfetta uguaglianza nel vestire, essendo solo il merito forma di distinzione tra i cittadini di san Leucio; scuola obbligatoria per i bambini di entrambi i sessi all’età di sei anni per imparare a leggere, a scrivere, il catechismo, l’economia domestica, i doveri verso se stessi, verso gli altri, verso il Principe, verso lo Stato; la regolazione dei matrimoni (almeno 16 anni per la donna e 20 per l’uomo, che deve essere maestro di tessitura; l’abolizione della dote, che, unitamente ad un telaio e alla casa, sarà un regalo del Re); le leggi per la buona educazione; le elezione di Seniori del popolo per derimere le controversie civili e vigilare sui costumi del popolo; la vaccinazione contro il vaiolo; un ospedale per gli ammalati; una Cassa della Carità per venire in aiuto degli artigiani poveri o in difficoltà per malattia; le pene per i trasgressori. Il Codice termina al Capo V con “Quest’é la legge, ch’io vi do per la buona condotta di vostra vita. Osservatela, e sarete felici”.
La circonferenza e la guerra tra parroci
Non lasciatevi sfuggire di visitare con attenzione la chiesa parrocchiale, dedicata a san Ferdinando Re: é strana ed insolita perché ricavata dal salone delle feste dell’antico Casino seicentesco. Fu parrocchia estesa ed importante in quanto il parroco di essa non dipendeva dal Vescovo di Caserta ma dal Cappellano Maggiore del Regno. Pertanto i suoi parroci avevano un grosso potere, che, purtroppo, non sempre esercitarono con umiltà e nel rispetto delle anime a loro affidate. Don Antonio Diotaiuti provocò le rimostranze dei suoi parrocchiani che, nel 1866, rivolti ai deputati al Parlamento nazionale, lamentarono che, oltre a essere senza lavoro per la chiusura degli opifici, erano “angariati per dappiù dal parroco locale,[…], e che qual Giano oggi la fa da liberale a solo fine di restar fermo al suo posto e così angariare per angariare, come prima del 1860 pur faceva come uomo attaccato che anzi immedesimato al cessato governo!”. Invece don Carlo De Maria, successore del Diotaiuti, si batté con tutte le sue forze contro il decreto della Curia Vescovile di Caserta che ridimensionava la giurisdizione della sua Reale parrocchia a favore delle parrocchie limitrofi. La disputa fu in effetti l’ultimo atto della lotta portata dalla Curia di Caserta ai privilegi goduti dalla Reale parrocchia di san Leucio. Solo adesso la Curia poteva raggiungere questo scopo perché (scrive il De Maria nel 1881) “l’idra velenosa della Rivoluzione giunta sia nel 1860 a sbalzare Francesco II dal Trono delle Due Sicilie”.
Una piccola chicca per i cultori e non della Matematica è la definizione che il parroco di Briano ed il De Maria danno della circonferenza cercando di piegare la Geometria alle rispettive tesi in quanto Ferdinando II, con il Recritto Sovrano del 21 giugno 1841, aveva aggregato alla Reale Parrocchia di san Leucio “il Real Bosco e Palazzo di Caserta nel suo totale ambito, e circuito, compreso il Palazzo cosiddetto Vecchio, con quanto altro è immediatamente unito a quella stessa Reale Proprietà nella circonferenza delle mura che la chiudono”. Dalla accettata definizione di circonferenza sarebbe scaturita la giurisdizione della parrocchia su anime e cose. E così il primo, volendo la giurisdizione di quanto immediatamente esterno alle mura, asserisce: ”Per circonferenza si intende la parte interna della linea che chiude il cerchio”. A ciò il secondo risponde, onde conservare l’ ampia giurisdizione della sua parrocchia: ”Per circonferenza s’intende una linea chiusa, la quale circonda uno spazio rotondo […] e questa linea ha due ombre: l’interna cioè, e l’esterna […]”. _________________
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Registrato: Nov 08, 2008 Messaggi: 5764 Localit: Latina (LT)
Inviato: Gio Apr 30, 2009 2:21 pm Oggetto:
brabbit ha scritto:
ieri sono stato dalle tue parti, sulla Pontina, forse ci siamo incrociati
Ieri sono stato anch'io sulla Pontina, ma ero in giro per un sopralluogo in cantiere ed ero insieme all'installatore su un Opel Vivaro _________________
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